La terra è coperta per il 70% della superficie da Mari ed Oceani che contengono il 97% di tutta l’acqua e sostengono l’80% di tutte le forme di vita sul pianeta.

I mari e gli oceani rappresentano un grandissimo ecosistema capace di assorbire la maggior parte del carbonio che produciamo sulla terra e produrre la metà dell’ossigeno che respiriamo, inoltre sono la fonte primaria di proteine per oltre tre miliardi di persone.

Mari e Oceani rappresentano anche il tessuto di una grande industria che contribuisce a formare l’1,5% del PIL dell’Unione Europea e garantire circa 4,5 milioni di posti di lavoro diretti, pari al 2,3% dell’occupazione totale di tutta Europa.

Possiamo considerare settori che concorrono a creare economia blu quelli dell’energia rinnovabile oceanica, la biotecnologia blu e la produzione di alghe, sono questi i settori emergenti che fanno da traino al mercato e garantiscono costantemente nuovi posti di lavoro.

L’economia blu è un’economia circolare, efficiente sotto il profilo delle risorse e poco inquinante, basata su modelli di consumo e produzione sostenibili, che migliorano il benessere umano e l’equità sociale, generano valore economico, occupazione, riducono significativamente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche.  

L’economia blu integra una vasta gamma di attività economiche dal turismo costiero e marittimo al trasporto marittimo, alla pesca e all’acquacoltura fino alle energie rinnovabili offshore, il suo potenziale contributo alla creazione di posti di lavoro sostenibili, alla sicurezza alimentare, all’approvvigionamento di energia pulita, all’economia circolare e alla mobilità sostenibile è enorme. 

L’Unione Europea ha fissato l’ambizioso obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e di porre la sostenibilità al centro della sua economia blu.

Tutto dovrà avvenire trasformando i processi di filiera e le catene del valore della Blue Economy, passando da modelli di business lineari a quelli circolari, meno dispendiosi in termini di risorse e sprechi.

Abbiamo già introdotto misure rigorose contro l’inquinamento marino, i rifiuti costieri e la plastica.

Nei prossimi anni dovremmo aumentare tutti i nostri sforzi per sostituire i combustibili fossili, investire nella conservazione della biodiversità, nel ripristino e nella protezione degli ecosistemi, promuovere soluzioni basate sulla natura e incubare energia rinnovabile marina e biotecnologie blu innovative.

Siamo convinti che aumenteranno in modo notevole tutti gli sforzi che saranno fatti in materia di ricerca, innovazione e istruzione, poiché la transizione verde e la ripresa non possono certamente essere raggiunte senza persone qualificate e volenterose, bisognerà creare nuove competenze e di conseguenza le opportunità si moltiplicheranno e diventeranno sempre più numerose.

Sono stati previsti notevoli investimenti per il consolidamento di un ambiente favorevole nell’UE che consenta ai talenti di crescere e prosperare, alle imprese innovative di aumentare la loro competitività e alla ricerca di generare soluzioni dirompenti che trasformeranno il modo in cui interagiamo con la natura, con oceani, mari e coste.

L’economia blu svolgerà un ruolo importante in questa trasformazione e possiamo affermare che non raggiungeremo le ambizioni del Green Deal europeo senza l’economia blu.

Avremo bisogno dell’oceano per le energie rinnovabili, per il cibo sostenibile e altamente nutriente, per le alternative pulite alla plastica e molto altro ancora.

Allo stesso tempo, tutti i settori dell’economia blu dovranno ridurre il loro impatto climatico e ambientale contribuendo al recupero degli ecosistemi marini.