Il 30% della superficie del mondo è occupata da foreste.
Oltre 41 milioni di persone hanno un lavoro correlato al settore.
13 milioni duecentomila sono occupate direttamente nel settore forestale.
L’80% delle specie terrestri animali vivono nelle foreste.
Forse una delle funzioni più importanti è che le foreste sono un serbatoio di carbonio, assorbono l’anidride carbonica che altrimenti sarebbe libera nell’atmosfera e contribuirebbe ai cambiamenti climatici in corso.
Eppure gran parte delle foreste sono minacciate sia per la deforestazione sia per il degrado forestale.
Una delle cause maggiori di diminuzione delle superfici forestali è l’agricoltura che sta favorendo il disboscamento illegale.
Nel 2019 le foreste tropicali hanno perso quasi la superficie equivalente a 30 campi di calcio di alberi ogni minuto.
L’Amazzonia è circa il 17% della foresta dell’intero mondo è andata perduta negli ultimi 50 anni principalmente a causa della conversione della foresta in campi per allevamento del bestiame.
Infatti alcuni dei posti più sorprendenti della terra vengono bruciati per ripulire la terra che viene utilizzata per allevare direttamente il bestiame e coltivare le colture in particolare, la soia per nutrire polli, maiali, e pesce.
Le foreste pluviali sono abbattute per favorire la produzione di olio di palma, cacao che sono insostenibili.
La soia è il principale colpevole di deforestazione negli alimenti.
80% della produzione di soia viene utilizzata come mangime per gli animali.
Sempre più frequentemente il cibo che mangiamo ha collegamenti diretti con la deforestazione.
La soia ha contribuito alla deforestazione della foresta de Il Cerrado sede di specie animali come il giaguaro.
Un esempio di collegamento alla “deforestazione nascosta” è mangiare pollo al curry.
La soia insostenibile può essere somministrata oltre ai polli e alle carni e causare di conseguenza deforestazione, anche alle mucche dell’industria lattiero casearia e che direttamente produce formaggio latte.
Oltre alla soia c’è l’olio di palma che si che si trova fino al 50% nei prodotti confezionati nei supermercati.
Anche l’olio di palma è insostenibile ed è uno dei principali motori della deforestazione
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Fonte wwf