Il secondo sabato di maggio, è stata istituita la Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori.
La migrazione degli uccelli è uno dei fenomeni ecologici più straordinari, presenti sul nostro Pianeta. Il termine “migratore” proviene dal latino migro che significa trasferirsi, facendo riferimento a quelle specie che abitualmente, nel corso dell’anno, cambiano la loro posizione geografica, attraversando lunghe tratte.
La migrazione è un fenomeno piuttosto diffuso in natura, che interessa sia diversi animali ma anche gli esseri umani. Nessuna creatura, però, migra con l’inimitabile grazia eterea degli uccelli.
Possono percorrere dai 20 ai 100 chilometri giornalieri, viaggiando a una velocità che varia dai 15 agli 80 chilometri orari.
Per quanto riguarda la migrazione in Italia, la nostra penisola è un luogo strategico nel Mediterraneo a cavallo tra Europa e Africa. Questa sua collocazione permette alle specie migratrici di evitare, di volare per lunghi tratti di mare dove non è possibile riposare e trovare cibo.
C’è da dire però che solo la metà degli esemplari sopravvive al viaggio. Le minacce sono duplici: quelle “naturali”, che da sempre gli uccelli affrontano nei loro viaggi, come i predatori, e quelle “antropiche”, cioè causate dall’uomo. E’ necessario che gli uccelli accumulino energia sufficiente per giungere alla tappa successiva del loro viaggio e alimentarsi, come un automobilista deve pianificare il suo viaggio per non rimanere senza carburante. Di conseguenza hanno bisogno di riposarsi ed è qui che l’uomo complica le cose, modificando o distruggendo habitat importantissimi per la sosta di queste specie come la presenza di grandi linee elettriche o gli impianti eolici, che causano centinaia di vittime.
Inoltre, il problema della caccia ai migratori non è ancora del tutto risolto. Ancora troppi sono i fenomeni di bracconaggio e di caccia illegale che in ogni parte della penisola vengono perpetrati contro gli uccelli migratori. Infine, in questi ultimi anni, un ulteriore fenomeno mette a rischio la sopravvivenza di queste specie: il cambiamento climatico. Le specie hanno evoluto per millenni il loro comportamento migratorio in base al clima, attraverso un processo.
Oggi il repentino cambiamento delle condizioni ambientali, che tutti noi stiamo sperimentando, coglie le specie impreparate ad affrontare le primavere anticipate o i fenomeni meteorologici estremi. Nei loro spostamenti di migliaia di chilometri, i volatili connettono continenti, culture e persone lungo rotte migratorie. Hanno la capacità di trasportare su piume, zampe e all’interno dell’apparato digerente semi di specie vegetali e uova di organismi microscopici, che rilasciano negli ambienti dove migrano, contribuendo appunto al mantenimento della biodiversità.
Il calo degli uccelli migratori deve essere un campanello d’allarme anche per l’uomo.