L’ ambiente ed il clima sono temi che sono divenuti negli anni sempre più importanti e di forte impatto al punto da aver sensibilizzato non solo l’opinione pubblica ma anche la politica dei Paesi. Per questo motivo, alcuni Stati hanno preso sempre più coscienza dell’enorme peso che tali argomenti hanno assunto con il tempo. Infatti, il 1 Maggio 2019 il Parlamento britannico è stato il primo al mondo a dichiarare una “emergenza ecologica e climatica”, seguito poi dall’Irlanda. Il 02 Dicembre 2020 si è aggiunta la Nuova Zelanda che, in tale data, ha ufficialmente emanato, anche per suo conto, lo stato d’emergenza per i cambiamenti climatici. Proprio il Primo Ministro, Jacinda Arden, ha evidenziato quanto i problemi ambientali siano “una delle più grandi sfide del nostro tempo” e quanto, con la definizione di “emergenza climatica”, si voglia, simbolicamente, intendere una lotta contro i cambiamenti climatici ed una loro rapida ed efficace risoluzione; scopo di questa battaglia metaforica è la neutralità climatica a cui ha auspicato la Nuova Zelanda entro il 2025.
Il Primo Ministro ha anche sottolineato l’importanza di attuare quanto prima misure per fermare il surriscaldamento globale quali la chiusura delle centrali a carbone più inquinanti e l’uso delle auto elettriche. Nel Novembre dello scorso anno, Ardern ha approvato una legge che fissa il 2050 come anno entro cui raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di anidride carbonica; tale decisione ha reso la Nuova Zelanda uno dei pochissimi paesi ad avere una precisa e mirata legge nazionale a questo scopo. Il Primo Ministro ha anche annunciato che il governo raggiungerà la neutralità climatica entro il 2025 ovvero il punto in cui le emissioni di gas non supereranno la capacità della terra di assorbire tali emissioni. Purtroppo i cambiamenti climatici hanno portato a conseguenze pericolose ed estreme come incendi, inondazioni ed innalzamento dei mari e la Nuova Zelanda ha, per prima, riconosciuto questi come preoccupanti e chiari segni di un declino; suo obiettivo è, quindi, quello di affrontare gli inevitabili cambiamenti climatici nella maniera più giusta ed equa possibile. Il testo di legge, pur contemplando un trattamento diverso per le emissioni dovute all’allevamento animale e ad altri settori, mira comunque a un taglio del 10% di quelle da metano biologico. Proprio la Nuova Zelanda, unitamente all’Australia, è uno dei Paesi che più hanno subito gli effetti del cambiamento climatico con estati torride ed inverni estremamente rigidi. L’espressione di “emergenza climatica”, pur se simbolica, rappresenta comunque un modo per evidenziare quanto la crisi legata al riscaldamento globale sia grave.
La Nuova Zelanda si è trovata ad affrontare anche uno dei peggiori disastri di inquinamento marittimo, una vera e propria emergenza causata dal greggio proveniente da una portacontainer arenatasi su una barriera in una sua isola del nord. Questo avvenimento avrebbe potuto avere sull’ambiente danni immensi se la Nuova Zelanda non avesse avviato a pieno ritmo le operazioni di pulizia del petrolio arrivato sulle spiagge che ha, purtroppo, ucciso diversi uccelli marini.
Ripartiamo dalla Natura possiamo difenderla
La Nuova Zelanda proclama lo stato di emergenza climatica
Altro importante obiettivo della Nuova Zelanda è quello di ridurre il più possibile le particelle di anidride carbonica nell’ambiente al fine di raggiungere la cosiddetta “neutralità del carbonio;queste emissioni, infatti se non controllate, possono avere conseguenze negative sull’ambiente prima tra tutte il surriscaldamento globale. Alla base di tale obiettivo c’è il rispetto di una natura che va sempre difesa e protetta.
Jacinda Ardern, che è anche il capo del Partito Laburista della Nuova Zelanda, proclamando in Parlamento lo stato di “emergenza climatica” ha evidenziato la necessità di iniziative rapide in questo settore a beneficio delle generazioni presenti ma anche e soprattutto di quelle future. Ardern ha, inoltre, enunciato che “quella climatica è una minaccia per la vita, una minaccia per la proprietà e per la sicurezza civile”. Per tale motivo il Primo Ministro ha ritenuto necessario “stare dalla parte giusta della storia” ed “essere parte della soluzione da offrire collettivamente alla prossima generazione”. Con le sue dichiarazioni la Arden ha voluto sensibilizzare tutti i Paesi sull’importanza di uno sforzo comune al fine di risolvere quanto prima questo stato di emergenza per il bene della terra e per quello di tutte le popolazioni.