Durante l’ultimo G7, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Canada, nazione ospitante,  Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia, la maggior parte dei Paesi ha confermato l’impegno di accelerare la de-carbonizzazione del settore energetico.

“La maggior parte dei Paesi”, si legge in una nota ufficiale (evidente, quindi, l’esclusione degli Stati Uniti; traduzione nostra dall’inglese), “ha confermato il suo forte impegno per implementare gli accordi di Parigi in modo da limitare l’incremento delle temperature medie globali ben sotto 2 gradi centigradi, rispetto all’età preindustriale […]”.

I rappresentanti delle sette maggiori economie mondiali, inoltre, hanno riconosciuto l’importanza di continuare a investire nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, grazie anche ai costi in diminuzione delle risorse “verdi”, compreso l’eolico offshore.

Allo stesso tempo (qui invece è chiara l’influenza soprattutto francese), i membri del G7 hanno riaffermato che il nucleare contribuisce alla stabilità delle forniture energetiche, come fonte a zero emissioni di carbonio complementare alle tecnologie rinnovabili.

Poi hanno discusso il possibile ruolo futuro degli impianti per catturare l’anidride carbonica(CCS, Carbon Capture and Storage).

Un punto importante, ma bisognerà vedere se alle dichiarazioni seguiranno misure concrete che finora non si sono mai viste, è che i Paesi intervenuti  al vertice sostengono di voler eliminare i sussidi inefficienti ai combustibili fossili, incoraggiando tutti paesi a fare altrettanto entro il 2025.

Nel vertice sull’energia i rappresentanti hanno anche discusso di reti elettriche intelligenti e digitalizzate, cyber-sicurezza, sistemi per l’accumulo energetico.

“Lo sviluppo di misure di demand-side response (DSR, gestione dei consumi energetici sul lato della domanda, N.d.R.) e di stoccaggio energetico – ha dichiarato il sottosegretario italiano del MiSE con delega all’Energia Davide Crippa al termine dell’incontro, citato dall’agenzia Ansa – è sempre più decisivo per garantire la flessibilità necessaria a integrare una quota crescente di energia da fonti rinnovabili”.

Secondo Crippa, inoltre, bisogna “ridurre le barriere tecniche ancora esistenti e definire un quadro normativo abilitante, anche in ragione del ruolo crescente della generazione distribuita e di soggetti innovativi come le comunità energetiche”.