La Bici e le nuove frontiere del traffico cittadino.

E comunemente diffusa la forte correlazione tra traffico e stress, i disturbi sulla persona sono così frequenti che esiste una figura specifica nel campo medico che studia la psicologia del traffico.

Questa branca della psicologia studia il comportamento degli utenti della strada e i processi psicologici sottostanti a questo processo.

“Lo Stress psicologico avviene quando un individuo percepisce che la domanda ambientale eccede le sue capacità adattive.” S. Cohen.

Il termine stress significa originariamente “pressione” e venne introdotto in medicina per analogia dalla metallurgia, dove indica la pressione che si applica a un metallo per testarne la resistenza.

Il traffico e il lavoro costituiscono una fonte di stress definita minore, tali fonti distress se perdurano nel tempo possono diventare cronici e questo può portare a problemi cardiaci, respiratori, disturbi gastrointestinali, ormonali, urogenitali e problemi alla pelle.

Se siamo costretti a spostarci per lavoro nelle ore di punta non siamo costretti a farlo per forza usando la macchina.

Un recente studio sulla mobilità cittadina considera come prima alternativa all’uso dell’auto in città la bici, un mezzo ecologico e dal costo moderato.

Questo mezzo è un valido sostituto dell’auto soprattutto per chi vive in città e deve percorrere pochi chilometri per raggiungere il posto di lavoro mentre può risultare difficile per chi deve spostarsi lontano e più volte al giorno.

Fare un numero importante di chilometri ogni giorno può risultare faticoso e proibitivo per chi non è allenato, anche se questo problema sembra essere stato superato dall’uso della bicicletta elettrica.

Sebbene abbia un costo che va dai 500 ai 2000 euro, la bici elettrica ci permette di muoverci velocemente (raggiunge infatti i 25 km/h) senza fare fatica.

Per nostra fortuna anche in Italia da qualche anno si è avuta una inversione di tendenza, una nuova mobilità con soluzioni alternative all’uso dell’auto privata.

Finalmente anche nel nostro paese, che in Europa è secondo solo al Lussemburgo per numero di auto in rapporto agli abitanti, cominciano a cambiare alcune convinzioni radicate e quindi di conseguenza alcune azioni quotidiane. A favorire il cambiamento c’è sicuramente una crescente consapevolezza ambientale, ma soprattutto c’è stanchezza: gli italiani sono stanchi della “dipendenza dall’automobile”, dello stress da traffico, stanchi di incidenti e di congestione costata al nostro paese 142 miliardi negli ultimi 10 anni, secondo quanto riporta Confcommercio nel Libro Bianco sui trasporti in Italia.

Sono sempre di più gli italiani che passeggiano e vanno in bici in modo sistematico almeno una volta al giorno e lo fanno non solo per andare al lavoro.

Questa inversione di tendenza trova molte criticità rispetto alla capacità della pubblica amministrazione di rendere ciclabili le città, gli spazi dedicati non sempre rispondono alle esigenze degli utenti.

Il miglior indicatore sulla qualità della mobilità è il modal share. Lo stile di mobilità degli abitanti, il mezzo usato per i percorsi quotidiani casa-scuola o casa-lavoro, spiega in maniera chiara e inequivocabile se un’amministrazione locale ha lavorato bene per favorire gli spostamenti non motorizzati o con mezzi collettivi o se le scelte urbane finiscono per premiare l’auto e lo scooter. Purtroppo questo è anche il parametro su cui i Comuni hanno fornito il minor numero di informazioni. Solo un terzo delle città capoluogo (sulle 104 interpellate da Legambiente) ha dati aggiornati e confrontabili.

I dati sul modal share disponibili evidenziano ottime o buone performance di mobilità in 12 città Italiane.

Davanti a tutte ci sono Bolzano e Pesaro, dove circa uno spostamento su tre è soddisfatto dalla bici. Una performance che è frutto di un preciso progetto delle amministrazioni locali teso a favorire la mobilità nuova per i percorsi che si sviluppano all’interno del centro abitato. Il comune altoatesino, ad esempio, ha via via collegato tra loro, formando una sorta di grande anello ciclabile, tutte le zone scolastiche, sportive e ricreative cittadine determinando un passaggio da un uso quasi esclusivamente ricreativo e occasionale della bicicletta a un utilizzo per i movimenti sistematici casa-scuola e casa-lavoro.

La vera sfida per i nostri amministratori sarà quello di rendere le nostre città sempre più sostenibili e ciclabili, questo renderà nei prossimi anni la bici il mezzo più usato negli spostamenti con un probabile uso della bici elettrica predominante rispetto a quella muscolare.