La versione ambientalista del tormentone social

Prima che la scia d’interesse sui social si sgonfi, abbiamo pensato di cavalcare almeno un’altro po’ l’onda di interesse suscitata dal  gioco #10yearschallenge.

Siamo tutti concentrati a contare le rughe che aumentano sul nostro volto, col passare degli anni: con gli accorgimenti estetici, chirurgia e trattamenti moderni, il numero delle rughe diminuisce e siamo fieri di mostrare come in 10 anni, il nostro aspetto in fondo, sia cambiato poco.

Ma l’aspetto del pianeta, purtroppo, è cambiato molto. E non in meglio.

Wwf e Greenpeace sono in pole position per la diffusione delle immagini che dimostrano gli effetti del clima che cambia. Ma in tanti, noti e meno noti, hanno accettato la sfida e si sono appassionati alla causa. Qui di seguito riportiamo estratti di un articolo di Repubblica.it, autorevole voce nel mondo dell’informazione, che raccoglie a sua volta messaggi di sensibilizzazione provenienti dalle più accreditate associazioni mondiali in difesa del pianeta.

“Questa #10yearschallenge mostra che l’uomo ha distrutto tantissima natura, ma che siamo ancora in tempo per vincere la sfida contro l’estinzione”, avverte il Wwf. A farne le spese sono fauna e flora, Oceani e circoli polari.

“L’elefante africano è il più grosso mammifero al mondo e le sue zanne d’avorio possono arrivare fino a 2-3 metri di lunghezza. In 10 anni, il commercio dell’avorio è diventato sempre più devastante: sono 144mila gli elefanti africani che abbiamo perso tra il 2007 e il 2014 e una delle prime cause di morte per questi straordinari mammiferi è proprio il bracconaggio”, spiega l’associazione.

“L’Africa è anche terra di rinoceronti, animali imponenti che rischiano di scomparire per sempre a causa del terribile commercio di corni. Solo in Sud Africa, in 10 anni sono stati più di 4mila i rinoceronti uccisi e, dal 2007 al 2016, il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9000%”, avvertono gli ambientalisti.

Non va meglio per il re degli animali. “In soli 21 anni (3 generazioni per l’animale), il mondo ha perso il 42% dei leoni che popolavano il continente africano. Secondo le stime dell’Iucn è probabile che in Africa sopravvivano meno di 20mila leoni, poiché negli ultimi decenni questi grandi felini si sono estinti in ben 12 Paesi subsahariani – spiega il Wwf – A minacciare ogni giorno la vita del leone sono la caccia delle popolazioni locali, il bracconaggio e il commercio illegale di chi lo considera un trofeo”.

“Alla terribile minaccia della caccia e del bracconaggio, per queste tre specie simbolo, si aggiungono deforestazione, aumento della popolazione umana ed estensione dell’agricoltura, elementi che rendono sempre più inagibili i loro habitat”, conclude l’associazione.